“VUOI VEDER LE MIE CARTE? ”.

ANDREA BEDO BEDIN
4 min readJun 15, 2020

Dialogo immaginario con l’Amico Svogliato. “PiTiPi?”…”Ora ti spiego”.

Quando ti sento biascicare quel “Siii…booo…non so se lo farò”, di fronte alla possibilità di raggiungere un nuovo obbiettivo, ridacchio infastidito, immaginando l’ennesimo, inverosimile motivo della tua rinuncia. Osservo curiosamente la tua goffa materia grigia sguazzare nella palude della noia e ne percepisco la fiacchezza come se fossi nelle tue scarpe. Un bolso cervello che non degni nemmeno di un aiuto per curare le sue piaghe da decubito. Ti osserva con occhi spenti, e con quello sguardo sconfitto non ha più il coraggio di chiederti una rivincita.

Lo so, te lo sento già dire: “Ne fai proprio un dramma!”. Hai detto bene. E’ il dramma del tempo che corre a gambe levate, scappa dai tuoi sogni, dai tuoi intenti, dalle tue possibilità di crescere, di conoscere, di evolvere. Invece guardati: arranchi sul red carpet per ritirare il premio come peggior attore per il film: “Jurassic Mind”! Proprio così! Una mente giurassica in faticoso avviamento, con quei suoi piedoni artigliati che affondano nella sabbie mobili dei progetti futuri, delle idee che ‘mi piacerebbe fare’, delle intenzioni fallite.

Eppure basterebbe poco per trasformarsi da Tirannosauro Rex, quello delle braccine corte e del corpo mastodontico, a Velociraptor, la lucertolona che sta in piedi su due gambe e vince tutte le corse preistoriche. D’altra parte il nome dice tutto. Scomponi il soggetto, dismetti ‘Rapace’e raccogli ‘Velocità’ ed è esattamente ciò che dovresti infilare in una di quelle piaghe di cui ti parlavo.

Ssshhhhh!!”. Che c’è? Dobbiamo parlare piano perché il tuo cervello non ama sentirsi dire la verità ad alta voce? Perché allora non giochiamo a carte scoperte? Io tiro fuori i miei assi, ma ti garantisco che nella manica ho altre carte vincenti! Ti mostro le prime per cominciare?

Pi.

Ti.

Pi.

“PiTiPi? Non capisco…”

Ora ti spiego:

Pi

PASSIONE

Vedi, quando la voglia, l’entusiasmo, il furore circolano rabbiosamente nei tuoi affari come il sangue nelle budella, il cervello pulsa, respira, urla! Ogni fremito epidermico, ogni movimento del cuore o battito del cervello, sono alimentati da quella voglia ancestrale di scavare, trovare, sperimentare, violare tutto ciò che ti gira intorno vorticosamente. Già, perché qualora non te ne fossi accorto, c’è un tornado là fuori, un vortice di visioni, proiezioni, suoni, rumori, voci che schizzano e rimbalzano a tutta velocità. Sono lì per te, pretendono ascolto, vogliono parlare, vengono a gridare, ti strattonano l’anima per farti fare un passo in più. Se solo mollassi la presa dalla Pigriglia’, la maniglia della pigrizia a cui sei aggrappato, verresti inghiottito nell’occhio del ciclone, e in quel vortice ti vedresti circondato da folate di libri, correnti di pagine web di ricerca, lampi di cultura accecanti, tuoni di abilità a te sconosciuti prima.

“Devi solo mollare la presa e farti inghiottire.”

Ti

TENACIA

“Tieni duro!” gridava sempre mio nonno mentre si affacciava sul mio rastrellare gli argini del fiume e capiva che io non avevo più forza nei nervi, ne aria nei polmoni, ne voglia nelle mani. Eppure quella frustata era chirurgica. A fine giornata, non capivo come, ma ero distrutto dalla gioia, provato dall’entusiasmo, cotto dalla felicità! Mi alzavo sulla schiena, su un tramonto rosso fluviale, e la contentezza di essere approdato a fine giornata, di aver resistito alla fatica, di aver sfidato la sconfitta, mi restituiva tutta la forza che avevo impegnato su quel rastrello!

Quel rastrello ora è sempre con me. Lo tengo nella tasche quando cammino, nella borsa quando lavoro, nella sella quando pedalo, nelle scarpe quando corro. Avrei voluto, almeno una volta, che tu fossi stato su quell’argine con me. Ora avresti un rastrello tutto tuo.

Pi

POSITIVITA’

“La solita…”.

Lo so, lo so! Urlata da mille bocche, sfregiata da mille penne, ma la mia vita dipende da lei, il mio splendido parassita. Proprio come le pulci rimangono costantemente attaccati all’ospite, così la positività ti si attacca al cervello e, per un inebriante processo inverso, inietta il suo siero potente, tonificante, lo senti formicolare ovunque e in qualsiasi momento, dal primo piede che appoggi la mattina, all’ultimo che tiri sul letto la sera. E’ la sanguisuga che invece di succhiare inocula, invece di approfittare avvantaggia, invece di ostacolare collabora. Più te ne prenderai cura, più lei ricambierà, regalandoti dosi sempre massicce di siero vitale. Ma ti avviso: costerà fatica, impegno, capacità di guardare oltre gli ostacoli, abilità nell’illuminarsi quando mancherà la luce, destrezza nel diventare luce quando gli altri rimarranno al buio. Un circolo vizioso che si autoalimenterà, si rigenererà costantemente scorrendo fluido nei tessuti e ti trasformerà, giorno dopo giorno. All’inizio piccole dosi ti basteranno. Poi non più e ringrazierai per questo.

…“Hai detto che hai altre carte nella manica? Beh… Allora vorrei giocare ancora, adesso.”

Te l’avevo detto.

Grazie per aver letto la mia storia! Se hai voglia di parlare ancora di “CARTE”, puoi farlo cliccando QUI e scrivendomi ciò che pensi. Ti aspetto!

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ANDREA BEDO BEDIN

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